False fideiussioni milionarie Ferrovie Nord tra i truffati
Tra i clienti della Lombard Merchant anche comuni e ospedali. Smantellata una rete finanziaria vicina alla ‘ndrangheta: 15 arresti
Comuni e aziende ospedaliere di mezza Italia, una società americana di investimenti e le Ferrovie Nord sono solo alcuni dei danneggiati dell’attività illegale di un’associazione criminale con preoccupanti contatti con la ‘ndrangheta che, prima di essere smantellata dalla Guardia di finanza con 15 arresti, ha inquinato il mercato nazionale inondandolo di fideiussioni fasulle per quasi un miliardo di euro in grado di destabilizzare gli enti locali e molte aziende private. Quando un’azienda ottiene un appalto per una fornitura di beni o di servizi da un ente pubblico deve anche depositare una garanzia fideiussoria che, in caso inadempienza, permette all’ente appaltatore di coprire i danni subiti. Questo tipo di assicurazioni sono fornite dietro pagamento di un premio da banche e finanziare in possesso di requisiti molto specifici di solvibilità e di serietà previsti dalla legge. Non era il caso della Lombard Merchand spa di Milano e delle altre società di una galassia messa in piedi da un gruppo di pseudo finanzieri tra cui figura anche Emanuele Sangiovanni, 39 anni, un broker romano residente in Svizzera, già coinvolto nel 2014 in inchiesta della Dda di Milano come consulente della «banca» della ‘ndrangheta, una struttura criminale che faceva prestiti ad usura legata alla cosca di Pino Pensabene, capo della locale di Desio.
L’arresto di Sangiovanni e la chiusura della Lombard dopo un’ispezione della Banca d’Italia due anni fa non fermarono l’organizzazione che proseguì, con diramazioni in Svizzera, Spagna, Romania, Emirati Arabi e San Marino, a esercitare abusivamente «garantendo» fideiussioni che avevano il pregio di arrivare in tempi più rapidi e a costi inferiori di quelle offerte da banche e finanziarie, ma che erano una vera e propria truffa aggravata dalla transnazionalità ai danni degli imprenditori che pagavano i premi. In questo modo, gli indagati avrebbero incassato 12 milioni di euro di premi dagli imprenditori che avevano contratti con i comuni lombardi di Carugate, Gorla Minore e Bresso e, in Abruzzo, di Cepagatti, ma anche con le aziende ospedaliere di Cannizzaro, Udine, Legnano, di Valtellina e Valchiavenna, Gallarate, Terni e «Dei Colli» di Napoli, oltre che con il Policlinico San Matteo di Pavia e con le Ferrovie Nord di Milano.
C’è anche una società Usa che per due lettere di credito per 3,3 milioni di dollari ha pagato 475mia dollari di premio. Dell’associazione, secondo il pm Eugenio Fusco, facevano parte anche Vincenzo Cotroneo e Ivan Battista, personaggi che, legati anche loro alla cosca Pensabene, l’anno scorso sono stati condannati primo grado, rispettivamente, a 8 anni e 10 mesi e a 6 anni di carcere per associazione mafiosa. Alla Lombard seguirono la Centrofinanziaria spa e la Cofidi Nord Spa che potevano contare su una rete di 97 «agenti», nessuno dei quali abilitati, ma che come la Lombard non erano in grado di garantire nulla perché, in caso di problemi, poteva mettere a disposizione un capitale sociale di appena 190 mila euro, somma lontanissima dai 27milioni dichiarati e che, ha accertato la Gdf, erano garantiti da un bond della Deutsche Bank falso. Sono 18 le persone indagate, delle quali ieri 12 sono finite in carcere e tre ai domiciliari su ordine del gip Giuseppe Vanore, mentre le Fiamme gialle con 160 militari eseguivano una quarantina di perquisizioni in varie regioni e in Svizzera grazie a una rogatoria internazionale.