Ritardi e false fideiussioni a rischio l’Interporto di Bari
Degennaro: noi siamo stati truffati. Il progetto finanziato nel 2009
BARI: Il raddoppio dell’interporto regionale della Puglia, uno dei grandi progetti previsti dalla programmazione comunitaria 2007-2013, è in grave ritardo. Per questo la Regione ha avviato la revoca del finanziamento da 90 milioni di euro, concesso a fronte di un investimento da 150 milioni. Una revoca che era stata congelata dopo che la società della famiglia Degennaro aveva depositato una fideiussione a garanzia dei 9 milioni di anticipo erogati nel 2009, ma che è ripartita alcuni giorni fa quando è venuto fuori che la fideiussione era falsa.
La situazione è delicatissima, perché gli interessi in gioco sono molto alti: si tratta di realizzare altri 230mila metri quadri di aree attrezzate per la movimentazione delle merci dal ferro alla gomma, acquisendo anche l’ex scalo Ferruccio di proprietà del gruppo Fs. Un progetto ambizioso che ora rischia uno stop. «Quello delle fideiussioni è un mondo complicato – rassicura però l’ad di Interporto, Davide Degennaro – e sono stato io stesso a fare la verifica e ad accorgermi che c’era un problema, tanto che ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica. Stiamo per presentare alla Regione una nuova polizza». Ma gli uffici dell’assessorato ai Trasporti, dopo un controllo con l’Ivass, hanno accertato che la Gable Insurance, una società con sede in Liechtenstein, è tra quelle di cui circolano in Italia fideiussioni contraffatte: e dunque, con ogni probabilità, anche la Regione manderà le carte in Procura.
Il problema principale del raddoppio dell’interporto, che sorge alle porte di Bari, è però quello dei tempi. A inizio dicembre la giunta Emiliano aveva concesso alla società di spacchettare l’intervento, suddividendolo tra nuova e vecchia programmazione comunitaria: 15 milioni sul 2007-2013 e gli altri 135 sul nuovo piano 2014-2020. Tuttavia a oggi (il termine per l’impegno dei fondi 2007-2013 è scaduto a dicembre) l’Interporto ha rendicontato soltanto 2,5 milioni su 15, pari al costo delle progettazioni. Dunque è scattato il procedimento di revoca, che comporta anche la restituzione dei 9 milioni ottenuti nel 2009. La società ha così consegnato una fideiussione per l’importo dell’anticipo, ma – appunto – è saltato fuori che la polizza era falsa nonostante Interporto si sia rivolto a un broker autorizzato dalla compagnia finanziaria.
Nel frattempo, Fs Logistica ha fatto sapere alla Regione che Interporto non ha erogato l’indennità di esproprio da 10,4 milioni per l’acquisizione delle aree dell’ex scalo merci «Ferruccio» di Bari, area che dovrebbe essere inglobata nel raddoppio. E dunque Fs ha chiesto che la Regione revochi l’esproprio, oppure che si accolli il costo dell’operazione: ipotesi giudicate entrambe impercorribili.
I ritardi deoll’opera rischiano soprattutto di compromettere il credito che la Regione ha ottenuto a Bruxelles sull’interporto. La possibilità di spalmare grandi progetti tra più cicli di programmazione è concessa a determinate condizioni, tra le quali l’obbligo che il primo lotto del progetto sia completato ed entri in funzione entro i termini di chiusura del corrispondente ciclo di programmazione: in questo caso, il termine è il prossimo 30 giugno. Certo, la Regione potrebbe sempre ri-proporre il raddoppio dell’interporto come nuovo progetto nel piano 2014-2020, ma questo significherebbe ricominciare da capo la fase istruttoria: e considerando che si tratta di un’opera approvata nel 2009 e pensata molti anni prima, le valutazioni potrebbero essere molto diverse.
Sul punto l’assessore ai Trasporti, Gianni Giannini, è estremamente cauto: «È in corso una istruttoria – dice – e finché non verrà completata non posso fare previsioni o valutazioni». La società Interporto nel frattempo sta anche cercando nuovi finanziatori. Negli scorsi mesi si era parlato del fondo specializzato Kant Capital, ora c’è l’ipotesi di un investitore tedesco.