Fideiussioni false per acquistare 28 milioni di euro di gasolio: truffa al porto
Un’azienda del porto di Ravenna vittima di un raggiro attuato da una società con sede a Malta e unità operativa in Svizzera: gli acquirenti del carburante non hanno pagato le accise e i venditori non hanno potuto rivalersi sulle garanzie che erano fasulle. Sequestrati 1,8 milioni di euro
Un’azienda del porto di Ravenna si è ritrovata a dover pagare 7 milioni di euro di imposte per la vendita di 28 milioni di euro di gasolio a una ditta svizzera con sede a Malta che non ha pagato le accise, dovute da chi per primo immette nel circuito commerciale il carburante, e aveva presentato fideiussioni false a garanzia.
È la vicenda ricostruita dalla guardia di finanza di Ravenna che nei giorni scorsi ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni fino ad un valore complessivo di 1,8 milioni di euro, corrispondente al profitto del reato di auto-riciclaggio di cui sono accusati i responsabili della società svizzera.
L’azienda ravennate, obbligata in solido al pagamento delle accise, non ha potuto rivalersi sulla società estera acquirente né escutere le garanzie risultate fittizie e ha capito di essere stata truffata.
La successiva analisi dei flussi finanziari registrati nelle posizioni bancarie italiane della società svizzera ha permesso di appurare come somme di danaro per complessivi 1,8 milioni di euro, quota parte delle imposte non versate nelle casse dell’Erario, fossero state trasferite in conti bancari svizzeri intestati e/o riconducibili al rappresentante legale, al rappresentante fiscale e all’addetto commerciale in Italia della società estera.
Pertanto, a conclusione delle attività investigative, le Fiamme Gialle hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria cinque soggetti, referenti nel tempo della società elvetica, per i reati di truffa e auto-riciclaggio, e la Procura della Repubblica di Ravenna ha quindi richiesto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, dei beni e delle disponibilità finanziarie nella disponibilità degli indagati.
Il conseguente provvedimento cautelare emesso dal tribunale di Ravenna è stato ora eseguito dal nucleo di Polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle che ha sequestrato risorse finanziarie, terreni, fabbricati e preziosi (orologi di lusso e gioielli custoditi in due cassette di sicurezza) nella disponibilità degli indagati.