Assicurazione “farlocca” dell’est Europa e violazioni ambientali in discarica, allarme a Carbonia
CAGLIARI. Una fideiussione rilasciata da una società dell’est Europa che rischia di essere carta straccia. Una raffica di irregolarità, segnalate dalla Provincia dopo un’ispezione dell’Arpas, con possibili ripercussioni sull’ambiente se non si corre ai ripari.
Problemi su problemi nella discarica di rifiuti di Serra Scireddus, a Carbonia, gestita dalla Riverso. La società sta provando ad affrontare le criticità, per rispettare le prescrizioni ambientali imposte dalla Provincia del Sud Sardegna. Ma dal primo giugno, sulla base di una comunicazione dell’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) è emerso anche che la copertura assicurativa, garantita dalla bulgara Nadejda Insurance Company, sarebbe farlocca: le polizze stipulate con Sofia non avrebbero i soldi dietro a causa di un “deficit patrimoniale”. Insomma: la copertura non ci sarebbe.
Le prime grane per la discarica sono arrivate a metà marzo. La Provincia con una determinazione dice: mettetevi in regola o vi revochiamo l’autorizzazione. Mancava l’argine perimetrale (fondamentale per una discarica, da costruire entri sei mesi), devono essere realizzati i “presidi di gestione delle acque meteoriche”, devono essere installati “i contatori per la misurazione del percolato” (liquido rilasciato dai rifiuti che si infiltra nel terreno, inquinandolo), deve essere garantita, con una relazione, la stabilità dello strato di argilla sotterraneo che dovrebbe impedire ai veleni di finire nel sottosuolo. A leggere gli atti della Provincia sembra che a Carbonia – dove vengono conferite oltre 10 tonnellate di rifiuti al giorno – ci sia l’innesco di una bomba ecologica che deve essere gestita al più presto.
E se questo è il profilo ambientale, c’è anche quello finanziario. L’assicurazione Nadejda- sbarcata dalla Bulgaria – secondo l’Ivass e l’omologa autorità di vigilanza bulgaro non avrebbe “i requisiti patrimoniali richiesti dalla normativa comunitaria”. L’istituto in una nota del primo giugno sottolinea anche che la compagnia “avrebbe diffuso in Italia una comunicazione nella quale sostiene di trovarsi in buono stato finanziario, affermazione che non appare coerente con le criticità sopra rappresentate”. Un pasticcio, che no riguarda solo Riverso, ma tutte le società che hanno presentato le fideiussioni su carta intestata bulgara.